martedì 8 dicembre 2009

VIVO CORPO

Arrotondato vento turco
sgombra le nubi astratte
nell'acidulo argento diurno.
Uccelli rari a simular stagioni
rasentano rami arresi
al mancar di linfa.

Stropicciato sole indulge
e spalma carezze alate,
tepor di cartapesta;
assonnato rivolo allunga
dita mentee tra le ninfe,
acqueo solletico al suo passare.

Bionde chiome di fieno
bruciano odor di mar dolce
nel campo spogliato.
Britannica l'erba suona,
antico canto a rimembrare
il tempo della mia pace.

E nel ventre del momento
mie ossa, mia carne, mio sangue,
son vivo corpo
su viva terra.

domenica 6 dicembre 2009

Lo chiamo Dignità, questo silenzio che mi accompagna.

Non ho più occhi per te
che mi rigurgiti dentro,
rinnego il corpo che ti chiama
e gli rammento il fango
lasciato sull' ombra sua
dopo maschere d'amore
subdolamente celanti
la fame cruda del tuo fine unico.

Parole umiliate dalla menzogna,
buttate lì a riempire il tempo
da ipocrita mendicante
di ciò cui non sai dar valore;
tu, involucro firmato arroganza:
prendere è meglio che dare,
essere amati meglio che amare,
alibi in prestito dalla banalità.

Scacciarti dal mio inferno
è ormai scopo abituale,
il che decreta la mia sconfitta;
mi consumo potando emozioni,
disinnescando sentimenti pericolosi
quanto mal posti, e rifiutando
ciò che tossicamente desidero.

Ma trovo la giusta prospettiva, salvifica:
e lo chiamo Dignità, questo silenzio che mi accompagna.

lunedì 23 novembre 2009

IL POETA

Vesti burattine indossano la dannata ombra
per vicoli irriconoscenti trascinandola,
fiochi movimenti orizzontali
a cantilena di morte
il polveroso respiro di non-vivo essere.

Corteccioso volto di apolide profeta
straniero fin'anche a se stesso,
stretto in angoli pisciati per maledizione,
alitato lamento fuori coro
l'incubatore del seme di un frutto impossibile.

Irriso folle invisibilmente stigmatizzato,
vagante latore di incognita segreta
chiave dell'umano,
eroico incompiuto destino
in ciò solo adempiente.

Tollerato soltanto per licenza poetica,
è condanna a irrilevante assenza
necessaria ai posteri,
monito della natura all'anima che anela!

sabato 14 novembre 2009

NOIA

Mastico noia sciolta, in cucina,
da un'attesa cronica instupidita,
facendo sfilare impegni e desideri
e guardandoli appostata in folle
infastidita dal non vederli concretizzarsi da sè.

Scioccamente lo sguardo deambula
cercando un porto che non intende trovare
e finge affacendamento con la moka
per non palesare l'importuna mortificazione
del peso vuoto dell'inconcludenza.

Aroma nero di caffè a distrarre i sensi
sopra al gusto untuoso dell'inerzia
e nicotina amara, ad ammantare
l'impaludata consistenza
della passività ingiustificata.

Ansimo la fatica del non trovar nulla da fare,
seccante autocastigo che nega ogni piacere,
neppure i fiori profumano stamane!
Da chi appresi l'arte dell'autoflagellazione
preferisco non rammentare.

venerdì 13 novembre 2009

TAM TAM !

Schiacciati in superficie
in un qui e ora privo di progettualità,
spossati dallo sforzo immane di sollevare una foglia
mentre il masso è ancora lì, a terra,
troppo di tutto, niente.

Apparenze sfuggevoli,
identità frammentate
Ricchezza e Potere sacri Graal dell'eterna illusione,
idolatrati simulacri evanescenti.

E anonimi aggregati virtuali
commemorano relazioni profonde e significative
dai vuoti senza memoria
in cui cadono i non-sensi delle nostre vite.

Parole come confezioni vuote,
solo rumore:
"Il Re è nudo!", ma ormai nessuno sente.

HAIKU

Cambia faccia alla medaglia
il buio.
Torni il giorno!

IL TEMPO DEGLI UOMINI

Ramata è la foglia
che di poesia in poesia si posa
a scandire il tempo degli uomini.

Teso è l'arco a colpir la luna
da oltre 200.000 anni!
ma la terra ci appartiene,
e noi ad essa.

Sulla soglia degli slanci
il nostro essere si consuma,
nel nè dentro nè fuori
del nostro non-luogo.

Costante è il mutevole inganno,
alvei rigurgitanti potenzialità
irrealizzabili,
ironico destino di semi-Dei.

Lì è la nostra urgenza
al cosmo sconosciuta,
lì la nostra grandezza
che di poesia in poesia
si rinnova.

mercoledì 4 novembre 2009

DOVE HO MESSO LA FELICITA'?

Ho lasciato la felicità nell'altra giacca,
insieme a Mary Poppins e Stanlio e Ollio.

Nello spazio fra un desiderio e una speranza
si è annidato un silenzio infrangibile
che sa di estati operaie a Cesenatico
e gelati da 100 lire.

Nel baule dei ricordi
si è ammuffita la voglia di vivere,
la fantasia dei progetti è ingiallita di naftalina,
ci si stanca ad aspettare treni.

Il buco nero del tempo
ha inghiottito l'ingenuità invecchiata,
e l'allegria è risucchiata dal quotidiano,
ma poteva andare peggio...

Ho ancora appuntamenti a cui mancare,
tacchi da romprere quando piove,
promesse marinare da dimenticare,
luoghi da raggiungere e
giacche da recuperare.

martedì 3 novembre 2009

C'E' NESSUNO?

Vedo occhi alieni
selezionare abilmente il visibile.
Odo suoni sconnessi
distrarre minuziosamente dal vero.
Assisto a talentuose interpretazioni
d'indifferenza,
e non comprendo.

Angosciati dal futile,
scivoliamo senza resistenza
verso un limbo autistico
più greve della morte.

Taccio impotente
di fronte a rovine che dovrebbero appartenermi,
manifestazione evidente
della resa incondizionata...

IO DONNA

Mio compito
è amarti più di quanto tu m'ami,
mia volontà
è amarti più di quanto io ami me stessa,
se in ciò fallissi mi odierei.

Tuo compito
è bramarmi al di sopra di ogn'altra cosa,
tua forza
è desiderarmi al limite della follia,
solo così ti apparterrei.

Dominami,
così ch'io possa amarti totalmente
odiandoti.

domenica 25 ottobre 2009

IO MESSAGGERA DI POESIA

Hai mai fatto l'amore tra i filari
di asprigno indaco d'uva,
mentre il sole cola il suo succo
sul muschio in lontananza
e il celeste sfuma in viola
su un secco ocra di grano?

Edera d'incenso le sue braccia
in cui immergo unghie e respiro,
amaranto sanguigno di mosto
che penetra le narici...
Assaggio polpa purpurea
di labbra assetate,
e danzo il mio piacere
sul tabacco del suo corpo.

Io, messaggera di poesia,
cammino scalza sull'ombra sua sacra,
volo con uccelli perlati
che tagliano l'aria corallo,
e coperta solo d'ambra dorata
grido alle future stelle
il nome suo!

sabato 24 ottobre 2009

IL BAR DELLA STAZIONE

Scarti umani
gettati ai tavolini,
come mozziconi al limite
calpestati dall'indifferenza.

Macchie disciolte
su giacche sgualcite dal destino,
rughe seccate
su pensieri stanchi,
cornici di barbe dimenticate.

Un caffè abbandonato
da chi lo chiese per abitudine
cessa di fumare, rassegnato
agli occhi vitrei sul vuoto.

L'angolo infondo al buio,
zona franca di un fumatore
che ghigna la consapevolezza
di una verità insostenibile.

Muco sputato a terra,
-'sti extracomunitari di merda
tornassero a casa loro!-,
bersaglio di rabbia
borbottata al muro di nessuno.

Quotidiani urlanti per strategia
sfogliati per sbaglio
ma utili al ricordo
del giorno mese anno,
come se facesse differeza.

Quando nessuna scusa rimane
e si deve tornare alla casa vuota,
l'ultimo pensiero va alla speranza
-Dammi un gratta e vinci, và,
che ci vediamo domani-.

venerdì 23 ottobre 2009

Solo una riflessione.

Io non amo la vita
non credo a chi dice di amare la vita
trovo ridicolo chi sostiene la gioia di vivere
trovo stucchevole illusione dire che la vita è bella
disprezzo chi dice di essere felice
nauseabondo chi si ritrova in un fiore o in un tramonto!
Sveglia!
siamo gettati nel nulla
uno sputo inutile in mezzo al nulla
la vita è sofferenza dolore atrocità
ci inganna ci usa
anzi ci inganniamo da soli
ci usiamo da soli
non c'è alcun senso
non c'è alcuna giustizia alcun valore
nulla! solo fortuna o sfortuna così a caso
ci siamo solo noi
e non sappiamo neppure chi siamo cosa vogliamo
stupidamente pieni di noi stessi
di presunzione di cattiveria
troppo rumore solo rumore
falsi come la vita
infangati mai cresciuti
non cambia nulla: potere soldi sesso solo questo
da sempre
ma quale amore? non esiste l'amore esiste il bisogno di amore
e noi ci inventiamo ciò di cui cui abbiamo pateticamente bisogno
ci inventiamo Dio perchè ci serve Dio
poi uno non ci basta allora ne inventiamo tanti
poi ci facciamo la guerra in nome ognuno del proprio Dio
perchè siamo infantili
poi li preghiamo perchè facciano cessare le guerre
perchè siamo scemi
e intanto ci giriamo dall'altra parte perchè c'è una bella vetrina
che bella quella borsa firmata la devo avere! pensa che figurone!
è egoismo egocentrismo narcisismo troppi ismo
di più, è delirio di onnipotenza
capaci solo di autogiustificarci
e poi ci convinciamo!
altra cosa invece è dire che solo questo abbiamo
questo sì
ma allora un po' più di umiltà
un po' più di silenzio
un po' di dignità!

giovedì 22 ottobre 2009

TEMPO

Il pendolo ruba le cose all'oggi
prima ancora che questo concluda,
accade così che il domani
contenga sempre quel tanto di passato
che non passa mai.

Disfa la trama il tiratore del filo,
paziente raccoglie i balocchi e
spazza via i segni del nostro passare;
tutto fa scorrere in un letto ordinato,
deciso ad accompagnarci alla meta.

E la morte arriva per gradi,
battiti di ciglia al polso della vita
segnano il passo suo, lento e freddo
come neve che senza fretta cade
sicura di toccar terreno.

Non c'è modo di aspettare
chi indietro rimane,
è senza fermate il viaggio;
l'ultimo, prego, chiuda la porta.

LA FINE DEL GIORNO

Assolto il più dei miei doveri e
nonostante l'autoinflitto senso di inconcludenza
affronto con affettata indifferenza
il buio, che ingoia la misure delle cose
al giorno conosciute.

Morbidezze sprecate sul letto vacante che
attende di ricordarmi l'avanzare degli anni,
e nell'oscurità che vanifica le difese
la solitudine aggrava la malattia.

Mi stendo sull'altare sacrificale con
destino di sgomento, e l'attesa del salvifico
oblio, nell'ora più vuota, si muta in tormento
in assenza di un odore altro da me.

Sono acque rapide di un fiume senza sponde,
nessun appiglio per sfuggire all'ovvietà:
il lenzuolo non basta a coprire testa e piedi.
Raggomitolate paure infantili sbattono
contro il soffitto troppo basso e il grido
muto soffoca nel silenzio.

Posso solo abbandonarmi alla clemenza della notte,
affidando la mia anima ad angeli di stelle,
caldo alito che asciuga le lacrime
che secche saranno sul cuscino di domani.

domenica 11 ottobre 2009

ADDIO

Brandelli di pelle dell'ennesima muta
sparsi sulla mia strada,
dietro orme pesanti e scure.
Attimi dilatati dalla paura di me:
la porta va chiusa!

Vomito gli ultimi ricordi rimasti,
catarsi forzata della mente,
brividi di astinenza ad espellere
il veleno che mi addolora, sudo
sangue dall'anima, ma devo.

L'attesa...
è nascita o morte?
Peggio è solamente il nulla!

sabato 10 ottobre 2009

MANCA QUALCOSA

Indugia insolita l'aria stasera,
inconsuetamente ristagna, un errore
di programmazione inceppa
il funzionamento, falsando il percepibile.

Come sospesa nebbia sosta, apparente
pausa surreale: non v'è sincronia tra i sorrisi
e il concreto momento, sono i tempi
che stonano, come ridere ad un funerale.

Un senso celato sembra sfuggire tra
inconsapevolezza e rassegnazione,
pare attesa, il finger di nulla, che
il momento passi da sè.

Colgo, infine, e tristemente:
è il senso del futuro
quel che gravemente manca.

HAIKU

Come foschia
non oso toccar la terra:
appartiene ai vivi.

sabato 26 settembre 2009

FINO A QUI

Fino a qui sono giunta con affanno.
Pensieri più gravosi ad incurvarmi
le spalle, sguardo più duro a solcarmi
la fronte, memorie affollate, sussurro di volti
e odori, fruscio di colori e ombre.
Mi fermo per un momento ed inspiro
solo l'indispensabile, mentre le labbra inerti
flettono in una smorfia che mi sfigura
e naufraga lo sguardo all'orizzonte
nell'inutile ricerca del senso perduto.
Nulla di questa stanchezza
sembra risvegliare un'emozione;
solo l'inevitabile disillusione che indolenzisce,
quale prezzo amaro del divenire.

domenica 20 settembre 2009

VIAGGIANDO

Il treno corre.
Una grigia cornice
su estranei frammenti di quotidianità
resi opachi dalla condensa.
Frugo avida di segreti
fra le geometrie delle ombre,
in sfuggenti anfratti come nature morte
e ricordo il sapore delle fragole.

Il treno corre.
Furtivo lo sguardo
fra le fessure di consunti portoni;
vite appese ai fili come panni ad asciugare.
Rumore di ferro,
una carrozza riposa sul binario accanto
ricoperta di ruggine,
e ricordo un tramonto dello stesso colore.

Il treno corre,
e, al contrario, corrono la terra secca
e le umide nuvole,
alberi dondolano un saluto di vento
e ne indovino l'odore.
Una girandola di cane e coda
ignora un bimbo che a terra piange,
e ricordo campanelli di ninna nanne.

Il treno corre.
Incroci di binari mescolano direzioni e vite,
indistinto girone di anime sperse.
Grovigli senza via d'uscita,
salite e discese in ordine casuale,
miliardi di strade fittamente solitarie
ognuna con un luogo da attraversare.

Il treno corre.
Su questa piatta terra libera,
sotto questo cielo terso e infinito
scorrono, senza alcun merito,
i miei fortunati binari,
e dal posto che mi è stato assegnato
osservo la straordinaria varietà umana,
e con essa me.

venerdì 18 settembre 2009

L' ARTE

All'ombra di antichi templi,
celata tra falsi idoli,
simulacro del divino,
si è fatta mito.

Lucente riflesso
di una realtà opaca,
coraggiosa tensione
dell'intelletto umano,
si è fatta spirito.

Materia che evapora
verso il cielo degli Dei,
squarcio nell'universo dato,
tuono di anime terrene,
si è fatta eco.

Ciò che di noi resterà
tra le macerie del fallimento,
tra i rossi petali del nostro sangue,
tra le pagine non scritte del destino,
Lei
si farà ricordo.

giovedì 17 settembre 2009

LA VITA DENTRO

Ho nostalgia di un tempo che non fù mai
se non nella mia mente,
nei giardini della mia fantasia, dove
la parola è un dono da tenere in serbo
per quando il silenzio fuori è troppo forte
e il peso dell'invisibile tale da
schiacciare carne e anima, mescolandoli.

Microcosmo dentro, cellule di stelle,
infinito infinitesimale in cui perdermi,
scaffali di polverosi desideri disattesi
che ancora attendono
nel bianco o nero della loro follia,
e beffardi segni profetici a creare l'illusione
di un destino che non giunge mai a compimento.

Mi autoesilio, nei vicoli tortuosi
dei miei pensieri, dove ogni ricordo
ha il sapore di rimpianto, e ogni convinzione
è prigioniera solo di se stessa.
Lì mi cullo, solitaria,
nella malinconia di una vita vissuta solo
nei dintorni di ogni cosa.

mercoledì 16 settembre 2009

AMORE

Ho amato invano, tante volte
quante si può perdere la speranza,
ho amato per errore ai margini di una vita
che non era la mia,
ho sprecato amore come foglie al vento che
soffia in direzioni sbagliate,
ho amato senza motivo
fino a strapparmi l'anima, persa
in un dolore incomprensibile...
E ho imparato
che gli amori che mi lasciano sola
sono quelli di cui posso fare a meno.
Ma nessun Dio voglia
che la dignità e l'orgoglio di questo sentimento
vengano oscurati nemmeno in parte
dai suoi tanti fallimenti,
dei quali io sono testimone e segno,
ostinato e vivo.

martedì 15 settembre 2009

MENO MALE CHE NESSUNO CI GUARDA!

Com'è possibile andar così vagando
per interminabili tempi vuoti
in luoghi surreali e vani?

Quell'albero c'era anche ieri,
perchè scrutarlo per ore?
Tronco, rami, foglie, cos'altro?

Sempre alla ricerca, ignorando di cosa,
sempre anelando qualche idea vaga, ma
sempre immobili, siamo poeti!

Voli alti ma con mani sporche, forti
della nostra fragilità, stolti,
distratti da piccoli destini.

Scontenti dell'oggi ma del domani certi,
cambiamo il mondo ma mai noi stessi!
Siamo la nostra peggiore teoria.

lunedì 14 settembre 2009

CONSTATAZIONE DI FATTO

Orgoglio triturato
a riconoscere i Vincenti,
umiliante ammissione
della verità darwiniana:
sopravvive chi meglio si adatta.
Il resto muore.

Li ho disprezzati invidiandoli,
loro che sanno apparire ottenere controllare
godendosi la vita
nella beffarda convinzione
di esserselo meritato.

E io stupidamente attònita
per l'incapacità di capire
come è possibile sia vero
ciò che non ho la forza di cambiare,
né di accettare.

ULISSE

Di stanchezza onirica gli occhi roteanti
(rituale lotta al sonno incontrollabile),
sfumante l'eco di vicini inquieti e di gatti
scappati da fiabe cupe. Si allentano
le mandibole a simular la morte,
simbiotico tepore di corpo e
odorate lenzuola, in cui lenta naufraga
la coscienza fra le onde del buio...
Naufraga,
ed io salpo, infine,
con bianche vesti di un'altra me ritrovata
fluttuanti nell'aria opalescente di una visione
che promette...sempre più vagamente...
che il viaggio avrà...
un lontano ritorno...

sabato 12 settembre 2009

(dalla mia adolescenza...) BELLA FREGATURA...

Tratta dal libro 'Poesie' di Stefania Menegatti
collana Labirinti, Ed. Andromeda 1996
www.edizioniandromeda.com

Ti senti vivo,
e già questo ti riempie di illusione.
Credi davvero di ottenere qualcosa lottando,
credi davvero di valere ciò che vuoi,
credi davvero di meritare ciò che vuoi,
credi che infondo giustizia c'è,
o ci sarà,
credi nei tuoi pensieri,
credi nei tuoi sogni,
lottando
anche se non vedi
e aspetti, pregando, la ricompensa.
E alla fine ti chiedi a cosa è servito,
e poi ti convinci che a qualcosa è servito,
e tutto questo è illusione,
e tutto questo è vita.

venerdì 11 settembre 2009

Poesia di mio figlio!

Di notte nulla disturba la luna.

Dormono gli uccelli e i coccodrilli,
tutti dormono tranne me
e non so neanch'io il perchè.

La luna è bella,
il cielo non è nuvoloso,
quindi adesso anch'io riposo.

martedì 1 settembre 2009

RABBIA!

Non ce l'ho con il sole
che non può fare a meno di sorgere,
non ce l'ho con le nuvole
che non possono fare a meno di passare oltre,
non ce l'ho con le montagne
che non possono che rimanere immobili,
non ce l'ho con gli alberi
costretti ad assistere passivamente
agli orrori della vita umana.
Chissà quanti uomini giusti
hanno visto morire ingiustamente,
tra l'indifferenza di chi non li ha conosciuti.
Chissà a quante tragedie
hanno assistito impotentemente,
di quanto dolore
hanno udito il grido soffocato,
di quante atrocità
sono stati silenziosi testimoni.
Nei secoli e nei millenni,
in terre lontane e vicine,
in ogni lingua,
di ogni colore e religione.
Quanti fiori sbocciano
senza essere visti!
Quanti fiori muoiono
senza essere pianti!
Allora verso chi
posso scagliare la mia rabbia?
Non verso il sole o le nuvole,
non verso le montagne o gli alberi,
ma verso gli uomini!
Miopi e ottusi Narcisi,
capricciosi deliranti di onnipotenza,
stupidi. Sì, stupidi!
E stupida è la vita,
primitivo istinto col solo scopo di perdurare,
tragica rappresentazione senza logica,
senza ragione, senza discernimento, senza scelta.
Senza scelta.
Inutile, infine.
E gli esseri umani ridotti a soli oggetti,
e a oggetti soli.

domenica 9 agosto 2009

A MIO PADRE

Te ne sei andato con il sole
in una splendida domenica d'autunno,
te ne sei andato senza indugi
come chi non ha più nulla in sospeso,
te ne sei andato in silenzio
come chi ha gia detto tutto,
te ne sei andato pur sapendo
quanto ancora avevi da dare
ma te ne sei andato sereno
per il tanto che avevi già dato,
te ne sei andato fiero
per la capacità di accettare il tuo destino,
te ne sei andato solo
con la dignità e i buoni sentimenti
con i quali hai sempre vissuto
e con la vigile lucidità di un padre amoroso.
Te ne sei andato
lasciandomi nell' angosciante consapevolezza
di un mondo vuoto senza di te
un mondo ora più triste e più povero
più privo di speranza.
Ma sei anche rimasto
nel mio carattere difficile
nel mio cuore fragile
nella mia immortale memoria
e nel mio infinito amore per te
che sei stato la mia guida
e che hai tracciato una mappa chiara dentro di me
per quando la tua assenza sarebbe stata inevitabile.
Grazie di tutto, papà,
essere tua figlia è stato il più grande privilegio della mia vita.
Per sempre tua, 'Fagna.