domenica 25 ottobre 2009

IO MESSAGGERA DI POESIA

Hai mai fatto l'amore tra i filari
di asprigno indaco d'uva,
mentre il sole cola il suo succo
sul muschio in lontananza
e il celeste sfuma in viola
su un secco ocra di grano?

Edera d'incenso le sue braccia
in cui immergo unghie e respiro,
amaranto sanguigno di mosto
che penetra le narici...
Assaggio polpa purpurea
di labbra assetate,
e danzo il mio piacere
sul tabacco del suo corpo.

Io, messaggera di poesia,
cammino scalza sull'ombra sua sacra,
volo con uccelli perlati
che tagliano l'aria corallo,
e coperta solo d'ambra dorata
grido alle future stelle
il nome suo!

sabato 24 ottobre 2009

IL BAR DELLA STAZIONE

Scarti umani
gettati ai tavolini,
come mozziconi al limite
calpestati dall'indifferenza.

Macchie disciolte
su giacche sgualcite dal destino,
rughe seccate
su pensieri stanchi,
cornici di barbe dimenticate.

Un caffè abbandonato
da chi lo chiese per abitudine
cessa di fumare, rassegnato
agli occhi vitrei sul vuoto.

L'angolo infondo al buio,
zona franca di un fumatore
che ghigna la consapevolezza
di una verità insostenibile.

Muco sputato a terra,
-'sti extracomunitari di merda
tornassero a casa loro!-,
bersaglio di rabbia
borbottata al muro di nessuno.

Quotidiani urlanti per strategia
sfogliati per sbaglio
ma utili al ricordo
del giorno mese anno,
come se facesse differeza.

Quando nessuna scusa rimane
e si deve tornare alla casa vuota,
l'ultimo pensiero va alla speranza
-Dammi un gratta e vinci, và,
che ci vediamo domani-.

venerdì 23 ottobre 2009

Solo una riflessione.

Io non amo la vita
non credo a chi dice di amare la vita
trovo ridicolo chi sostiene la gioia di vivere
trovo stucchevole illusione dire che la vita è bella
disprezzo chi dice di essere felice
nauseabondo chi si ritrova in un fiore o in un tramonto!
Sveglia!
siamo gettati nel nulla
uno sputo inutile in mezzo al nulla
la vita è sofferenza dolore atrocità
ci inganna ci usa
anzi ci inganniamo da soli
ci usiamo da soli
non c'è alcun senso
non c'è alcuna giustizia alcun valore
nulla! solo fortuna o sfortuna così a caso
ci siamo solo noi
e non sappiamo neppure chi siamo cosa vogliamo
stupidamente pieni di noi stessi
di presunzione di cattiveria
troppo rumore solo rumore
falsi come la vita
infangati mai cresciuti
non cambia nulla: potere soldi sesso solo questo
da sempre
ma quale amore? non esiste l'amore esiste il bisogno di amore
e noi ci inventiamo ciò di cui cui abbiamo pateticamente bisogno
ci inventiamo Dio perchè ci serve Dio
poi uno non ci basta allora ne inventiamo tanti
poi ci facciamo la guerra in nome ognuno del proprio Dio
perchè siamo infantili
poi li preghiamo perchè facciano cessare le guerre
perchè siamo scemi
e intanto ci giriamo dall'altra parte perchè c'è una bella vetrina
che bella quella borsa firmata la devo avere! pensa che figurone!
è egoismo egocentrismo narcisismo troppi ismo
di più, è delirio di onnipotenza
capaci solo di autogiustificarci
e poi ci convinciamo!
altra cosa invece è dire che solo questo abbiamo
questo sì
ma allora un po' più di umiltà
un po' più di silenzio
un po' di dignità!

giovedì 22 ottobre 2009

TEMPO

Il pendolo ruba le cose all'oggi
prima ancora che questo concluda,
accade così che il domani
contenga sempre quel tanto di passato
che non passa mai.

Disfa la trama il tiratore del filo,
paziente raccoglie i balocchi e
spazza via i segni del nostro passare;
tutto fa scorrere in un letto ordinato,
deciso ad accompagnarci alla meta.

E la morte arriva per gradi,
battiti di ciglia al polso della vita
segnano il passo suo, lento e freddo
come neve che senza fretta cade
sicura di toccar terreno.

Non c'è modo di aspettare
chi indietro rimane,
è senza fermate il viaggio;
l'ultimo, prego, chiuda la porta.

LA FINE DEL GIORNO

Assolto il più dei miei doveri e
nonostante l'autoinflitto senso di inconcludenza
affronto con affettata indifferenza
il buio, che ingoia la misure delle cose
al giorno conosciute.

Morbidezze sprecate sul letto vacante che
attende di ricordarmi l'avanzare degli anni,
e nell'oscurità che vanifica le difese
la solitudine aggrava la malattia.

Mi stendo sull'altare sacrificale con
destino di sgomento, e l'attesa del salvifico
oblio, nell'ora più vuota, si muta in tormento
in assenza di un odore altro da me.

Sono acque rapide di un fiume senza sponde,
nessun appiglio per sfuggire all'ovvietà:
il lenzuolo non basta a coprire testa e piedi.
Raggomitolate paure infantili sbattono
contro il soffitto troppo basso e il grido
muto soffoca nel silenzio.

Posso solo abbandonarmi alla clemenza della notte,
affidando la mia anima ad angeli di stelle,
caldo alito che asciuga le lacrime
che secche saranno sul cuscino di domani.

domenica 11 ottobre 2009

ADDIO

Brandelli di pelle dell'ennesima muta
sparsi sulla mia strada,
dietro orme pesanti e scure.
Attimi dilatati dalla paura di me:
la porta va chiusa!

Vomito gli ultimi ricordi rimasti,
catarsi forzata della mente,
brividi di astinenza ad espellere
il veleno che mi addolora, sudo
sangue dall'anima, ma devo.

L'attesa...
è nascita o morte?
Peggio è solamente il nulla!

sabato 10 ottobre 2009

MANCA QUALCOSA

Indugia insolita l'aria stasera,
inconsuetamente ristagna, un errore
di programmazione inceppa
il funzionamento, falsando il percepibile.

Come sospesa nebbia sosta, apparente
pausa surreale: non v'è sincronia tra i sorrisi
e il concreto momento, sono i tempi
che stonano, come ridere ad un funerale.

Un senso celato sembra sfuggire tra
inconsapevolezza e rassegnazione,
pare attesa, il finger di nulla, che
il momento passi da sè.

Colgo, infine, e tristemente:
è il senso del futuro
quel che gravemente manca.

HAIKU

Come foschia
non oso toccar la terra:
appartiene ai vivi.